Antiterrorismo, Alviti: “Spazio anche alle guardie giurate” In evidenza
Pubblicato in Attualità
17 Novembre 2015 di Paolo FruncilloCommenta per primo!
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“Perché non utilizzare le guardie particolari giurate nei controlli antiterrorismo, facendo sì che carabinieri, poliziotti e finanzieri si concentrino sull’attività di intelligence?”. È molto più di una provocazione, quella lanciata, attraverso il quotidiano “la Discussione” dal presidente dell’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate, Giuseppe Alviti. Ex componente delle Unità speciali della Marina Militare, esperto in arti marziali, Alviti conosce molto bene il tema e parla a ragion veduta.
Presidente come mai ha pensato a questo utilizzo certo insolito delle guardie giurate?
Vede l’opinione pubblica è portata a sottovalutare le potenzialità delle guardie particolari giurate che, se adeguatamente formate, possono dare un supporto notevole in momenti come quello che stiamo attraversando. La gente è legittimamente preoccupata. I tragici fatti di Parigi hanno dimostrato che nessuno può stare al sicuro. I facinorosi colpiscono dove e quando vogliano. Sono necessari controlli serrati ed anche una forte attività di intelligence per arrivare alle menti dell’organizzazione del terrore.
In questo contesto cosa potrebbero fare i suoi colleghi?
Semplicemente dare una mano. Collaborare con le forze dell’ordine schierate per strada. Le sembra poco. In questo modo riusciremmo a liberare un po’ di uomini e donne in divisa da mettere sulle tracce non solo dei kamikaze ma di quelli che tirano le file degli attentati. Solo così possiamo arginare il fenomeno.
Così facendo le guardie diventerebbero una sorte di forza ausiliarie di polizia, carabinieri e finanzieri?
Non tutte le guardie. Ma quelle che abbiamo seguito e superato con profitto un percorso di addestramento anti-terrorismo. Le guardie giurate sono ben capaci di questo e altro. Ne vuole la prova?
In che senso?
Lei, come tutti, con conosce il caso dei nostri due carissimi marò Girone e Latorre e le traversie che stanno passando in India. Pochi sanno che l’attività di difesa delle navi commerciali italiane all’estero viene svolta, oltre che da militari, anche da guardie giurate, i cosiddetti contractor.
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