IL PRESIDENTE GIUSEPPE ALVITI INAUGURA L'AVVENTO DELLA NUOVA ASSOCIAZIONE

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martedì 27 ottobre 2015

Guardie giurate,Giuseppe Alviti ( Presidente Angpg): “A rischio la 14ma mensilità”

Guardie giurate, Alviti (Angpg): “A rischio la 14ma mensilità” In evidenza

Pubblicato in Società
26 Ottobre 2015 di Francesca Romana FalconioCommenta per primo!
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Francesca Romana Falconio
“Il 31 dicembre prossimo scade il contratto collettivo nazionale nel settore della vigilanza privata e tra le proposte che le organizzazioni dei datori di lavoro vorrebbero inserire vi sarebbe anche quella della soppressione della 14° mensilità”. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate, Giuseppe Alviti, destinatario di numerosi encomi per aver sventato rapine ed assicurato alla giustizia malfattori di vario genere. 
Presidente se così fosse immagino farete le barricate… 
Quello che potrebbe accadere di qui a poco è paradossale. Si va a colpire una categoria, quella delle guardie, che sta pagando a caro prezzo gli effetti della crisi e che, per colpa delle leggi che si stanno susseguendo nel tempo, rischia di sparire dalla circolazione. 
Perché? 
Le norme, anche recenti, di fatto avvantaggiano la vigilanza non armata. 
Il motivo? 
Ha costi minori e, purtroppo, presuppone criteri meno rigidi per quanto riguarda il reclutamento del personale. Noi guardie particolari giurate, invece, dobbiamo essere necessariamente incensurati e di condotta specchiata. 
Cosa si potrebbe fare per salvare le guardie in via di estinzione? 
Si possono fare varie cose. Una delle prime sarebbe il riconoscimento, con validità sul territorio regionale, della qualifica di agente di polizia amministrativa. 
Che effetto produrrebbe dal punto di vista pratico? 
Al momento la guardia particolare giurata è un ibrido che ha tante responsabilità ma nessun rilievo giuridico. Con il decreto di agente di polizia amministrativa si sarebbe un notevole passo in avanti, riconoscendo in capo all’operatore un potere autorizzativo e certificativo che oggi non ha. Già il fatto di chiedere i documenti ad una persona in evidente stato di alterazione servirebbe ad evitare situazioni a rischio. Pensiamo a quello che accade nei pronto soccorso degli ospedale di frontiere, soprattutto al Sud, dove l’incolumità degli operatori sanitari e di quelli della sicurezza è costantemente nel mirino di facinorosi, esponenti dei sodalizi criminali ed esagitati di vario genere. C’è, però, il problema dell’accesso al lavoro. 
Come la mettiamo con il reclutamento del personale: non sempre chi indossa la vostra divisa è all’altezza del compito al quale è chiamato. 
Anche questo è un punto dolente. L’ideale sarebbe quello di prevedere a carico degli istituti di vigilanza assunzioni dirette tramite dei veri e propri corsi-concorsi pubblici. Non tutti possono fare la guardia particolare giurata. Allo stesso modo per accedere ai gradi interni sarebbe necessario valutare titoli e meriti, perché, in caso contrario, viene mortificata la competenza e la professionalità. 
Lavorare con un’arma comporta anche uno stress psicologico. In che modo lo combattete? 
Bisogna fare di più, visti i casi di cronaca che hanno riguardato in questi anni le guardie. Ogni azienda dovrebbe poter contare ed assicurare un sostegno psicologico ai propri dipendenti. Avere un esperto che faccia almeno un colloquio al mese con le guardie eviterebbe tanti problemi.

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