Sono
profondamente scosso a causa dell’ennesima tragedia familiare che si è
consumata, pochi giorni or sono, nella periferia di Napoli. Un padre 80enne, ex
guardia giurata, ha sparato in testa al figlio 49enne, anche lui guardia
giurata che ora si trova in condizioni gravissime, dopo un litigio per
questioni di eredità.
Una pistola regolarmente detenuta perché una volta in pensione l’arma resta con
te e non è la prima volta – purtroppo – che accadono episodi del genere.
L’ennesima lite sfociata nel sangue.
La mia è una posizione scomoda all’interno della categoria perché non ho mai
sopportato gli abusi commessi con l’arma che ritengo uno strumento quasi
inutile per l’esercizio della nostra professione in quanto i servizi di cui ci
occupiamo necessitano effettivamente di personale armato in circostanze assai
rare. La stessa arma di cui possiamo disporre persino quando siamo fuori
servizio e possiamo detenere in casa nel caso in cui non lavorassimo più per un
istituto di vigilanza, per una ragione o un’altra. Una follia.
La nostra professione è carica di equivoci, molti colleghi pensano di fare un
lavoro simile a quello delle Forze dell’Ordine, un’illusione dettata appunto
dalla divisa e dalla pistola, ma – in realtà – costituiamo solo un deterrente
contro i reati predatori ai danni delle proprietà immobiliari, in pratica
neanche la millesima parte dei compiti che gravano sulle forze di polizia…
Eppure basta frequentare i social per rendersi conto che molti colleghi sono
pericolosamente convinti di essere al servizio dei cittadini o di controllare
proficuamente il territorio e si mettono in competizione con poliziotti e
carabinieri immaginando di essere più utili o addirittura più preparati o ancor
peggio di rischiare la vita al loro pari. Tutte scemenze senza senso dettate da
visioni dissennate e frutto di ignoranza palese.
Noi siamo GUARDIE PRIVATE DI SICUREZZA, nulla di più. Gli I.V.P. assumono in
modo indiscriminato chiunque, senza fare alcun tipo di selezione in partenza che
non sia legato alle italiche raccomandazioni e poi ti mandano allo sbaraglio
senza sottoporti alla formazione obbligatoria per legge. In poche parole dopo
poche esercitazioni al poligono ti trovi una pistola addosso e nessuno si
preoccupa di capire realmente se hai le condizioni psicoattitudinali per
reggere una responsabilità del genere. Le norme in materia sono del tutto
insufficienti e gravemente lacunose perché è del tutto sconsiderato permettere
a un soggetto di essere armato, seppure per ragion di mestiere, senza che
questi abbia superato test stringenti o sia sottoposto ad una formazione e
verifiche continue.
Sono padre e guardia giurata da quasi vent’anni e trovo davvero disgustoso
leggere di miei colleghi che tentano di “giustificare” gesti così efferati. Si
trincerano dietro le ragioni più subdole e assurde. Anche gli appartenenti
delle forze dell’ordine si rendono colpevoli – talora – di atti simili, non è
un problema solo nostro, dicono. Come se ciò attenuasse le responsabilità
morali o penali di coloro che hanno il “grilletto
facile”. Patetico.
In più le forze di polizia sono costituite da 350mila operatori mentre noi siamo
solo 40mila o poco più. Se si ragiona sulle proporzioni – quindi – e si guarda
la cronaca si scopre con facilità che siamo proprio noi GUARDIE GIURATE ad
esserci guadagnati un triste primato: quello di uccidere con troppa facilità.
Ed è un fenomeno che riguarda soprattutto ed in particolare noi, non altri.
Significa che abbiamo bisogno di aiuto e che qualcuno dovrebbe occuparsi
seriamente di questo fenomeno. Nessuno vuole demonizzare o discriminare la
categoria perché i morti ammazzati con le nostre pistole non sono pochi e
questi fatti sono ineccepibili e drammaticamente reali. Smettiamola – quindi –
di fare piagnistei ridicoli al solo scopo di voler fare i “pistoleri” a vita.
C’è da preoccuparsi non da giustificarsi.
In conclusione questo settore necessita di una profonda riforma altrimenti
sarebbe persino meglio sopprimerlo perché così com’è strutturata attualmente la
figura della guardia giurata è obsoleta e non serve a nessuno. Non serve ai
clienti, non serve ai cittadini, non serve neppure a noi.
Giuseppe ALVITI
Presidente Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate
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