Sono in questo settore da quasi vent’anni. Molti addetti ai lavori – ovvero le G.p.G. – interpretano erroneamente la professione che svolgiamo e questo non sempre per colpa loro. Sono molti gli elementi – infatti – che si prestano ad essere intesi in più modi, dai compiti attribuiti dalla legge, all’arma, all’uniforme.
Mancando una selezione ed una formazione adeguati è facile trovarsi al cospetto di colleghi che – spesso – si illudono di avere mansioni e poteri analoghi alle FF.OO mentre – nella realtà – le cose sono assai diverse. Il fatto è che a causa di questi fraintendimenti si possono scatenare convincimenti e comportamenti pericolosi e inadeguati.
Il malinteso nasce – appunto – dal fatto che c’è una indiscutibile quanto ambigua somiglianza esteriore con le forze di polizia che non dovrebbe esistere perché le uniformi delle G.p.G. devono essere preventivamente approvate dalla prefettura competente proprio allo scopo di non assomigliare troppo a quelle in uso alla polizia per un indurre il cittadino in errore. Si assiste – invece – ad una gara bizzarra e insensata per imitare le uniformi di Polizia e Carabinieri. Ed una volta che indossi quella uniforme e ti guardi allo specchio, anche per la presenza dell’arma, ti senti a tutti gli effetti uno di loro, inutile negarlo.
Una norma nata per tutelare la cittadinanza dalla possibilità di confondersi tradisce, non sappiamo la ragione, il suo scopo originario e molte guardie giurate pensano che indossando una uniforme approvata ed autorizzata dagli organi prefettizi la medesima vada considerata come “speciale” e conferisca chissà quali poteri. Mi dispiace deluderli ammettendo che la stessa norma obbliga le bande musicali a sottoporre le loro divise allo stesso iter…
Per quanto attiene all’arma si assiste ad un carosello di comportamenti iniqui dipendenti dal fatto che manca – appunto – un addestramento adeguato. Dopo poche ore di poligono, ottenuto il porto d’armi senza troppa fatica, ti vai a comprare la pistola e ci vai a spasso, se vuoi, h24. I servizi in cui necessita effettivamente l’arma sono onestamente pochissimi ed il suo possesso anche fuori servizio, giustificato dal rischio di rappresaglia, è del tutto insensato. Con la stessa motivazione – altrimenti – dovrebbero girare armati, a maggior ragione, gli avvocati e/o gli investigatori privati che per ragion di mestiere hanno certamente più possibilità di esporsi alla rivalsa o vendetta di soggetti che hanno consegnato alla giustizia. Tanto per fare un esempio. Ed è proprio quella pistola, ancora una volta, che puoi portare addosso anche se non lavori e quando sei in borghese che ti lascia credere di essere una specie di poliziotto.
Noi guardie giurate non siamo assolutamente al servizio della cittadinanza, come sovente scrivono e dicono i miei colleghi, anche se spesso diamo un contributo ovvio ad essa, ma siamo al soldo di un’azienda privata che – a scopo di lucro – tutela i beni dei suoi clienti, nulla di più. Mica ci paga lo Stato! La legge non conferisce alcun speciale potere alla G.p.G. che dovesse cogliere in fragranza di reato un malvivente e la sua qualifica di “incaricato di pubblico servizio” non cambia le carte in tavola e non le cambierebbe più di tanto neppure quella di “pubblico ufficiale”. Siamo al cospetto di una figura in potenza di fare tante cose ma priva degli strumenti giuridici per attuarle.
Le istituzioni, la cittadinanza ed i mass media non sembrano avere particolare riguardo per la nostra categoria, anzi siamo additati, sovente, come soggetti esaltati e ignoranti e tanti di noi lo sono davvero. Per cambiare radicalmente questo giudizio collettivo, assai negativo, servirebbe una rivoluzione profonda del settore, una riforma radicale che sappia lasciare fuori dai giuochi i soggetti sprovvisti di requisiti certi e tanta formazione unita ad aggiornamenti periodici fatti bene che incrementi le capacità delle G.p.G. al punto da diventare un professionista della security davvero apprezzabile.
Così com’è concepita attualmente la nostra figura non ha più senso. Un tempo venivamo definiti “metronotte”. Ciò che si meriterebbero in molti e mi riferisco ai colleghi senza sale in zucca e senza alcuna preparazione ed attitudine è tornare a quella condizione. Una bicicletta e via a mettere nelle serrande dei negozi quel bigliettino a dimostrazione del loro passaggio. Oppure si cambia.
Giuseppe ALVITI
Presidente Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate
Presidente Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate
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